giovedì 5 agosto 2010

Chi vuol esser lieto sia ...


Da: "Canzona di Bacco" - Lorenzo de' Medici

"Quant'è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza." ...

La Canzona di Bacco fu composta dal Magnifico Signore di Firenze in occasione del carnevale.
Questo è uno dei canti che descrive il Dio del vino il quale  avanza, accompagnato dalla sposa Arianna seguito da satiri, ninfe ed altri personaggi.
Dalla lettura seppur breve di questa parte della Canzona, si evince come il tema della fugacità del tempo
venga piegato ad un significato edonistico: l'appello a godere,  finchè si è in tempo, i piaceri della vita.
Ma non sembra a Voi tutti che questo edonismo sia venato di malinconia?
Questo richiamo all'ebrezza, alla superficialità, al dover cogliere i frutti della buona sorte che la vita ci
offre quotidianamente ci rende immancabilmente consapevoli dei nostri limiti,  del fatto che ognuno
di noi sia destinato ad affrontare le esperienze negative di ogni giorno.
E  allora, perchè non vivere con "un sorriso sulle labbra", con quel sorriso che ci fa vedere il bicchiere della nostra vita sempre mezzo pieno, con quell'allegria goliardica che non cade nell'eccessività, nella frenesia del "dover" vivere all'insegna del divertimento assoluto?
Riprendiamo  dunque il "Carpe diem" di Orazio, ma facendone buon uso!



lunedì 2 agosto 2010

Va' dove ti porta il cuore - Susanna Tamaro

Questo libro, del 1994,  è una lunga lettera scritta da un'anziana signora di circa  ottant'anni che,  spinta dal timore di non avere più abbastanza tempo per vivere,  decide di scrivere una lettera alla nipote che vive lontana.
La lettera della signora si trasforma in un diario attraverso il quale ella cerca di recuperare il rapporto con la nipote che e' stato distrutto dagli eventi della vita. Unite fin dalla nascita della ragazza rimasta presto orfana, esse hanno sempre vissuto insieme. In tutte le pagine la signora narra di sè e di come trascorre le sue giornate da sola (non può uscire in quanto le mancano le forze e l'inverno e' ormai alle porte).
In questa lettera confida alla nipote  fatti segreti e significativi della sua vita, sia quelli drammatici che quelli più felici. Parla del suo intero passato e di tutto ciò che ha vissuto e sofferto nel rapporto con la figlia, prima che questa se ne andasse. Nello scrivere usa uno stile narrativo tutto particolare, grazie a cui riesce a rendere bene il concetto della dolcezza del ricordo. Sul concetto di ricordo si basa appunto tutto il libro: infatti è il ricordo il mezzo con cui Olga, prima che sia troppo tardi, vuole far rinascere quell'affetto che era esistito tra lei e la nipote Lea, interrottosi però molto bruscamente.  Conclude il diario-lettera rammentando alla nipote di aprire il cuore alle gioie della vita e di non precludersi nessuna delle tante strade che la vita le presenterà; non dovrà farsi prendere dalla fretta, ma con molta calma e tranquillità dovrà fermarsi a riflettere ascoltando il suo cuore, che sarà l'unico a darle l'indicazione giusta.

Prendo spunto dallo splendido  libro della Tamaro per sottolineare, ancora una volta, quanto siano importanti nella vita le scelte "di cuore".
Parlo spesso della grande importanza di avere una "mente libera", sostengo sovente che una "mente libera" non abbia "prezzo". Abbandoniamo compromessi e sciocche finzioni, ascoltiamo di più noi stesse, il nostro cuore, poniamoci degli obiettivi e cerchiamo di raggiungerli con preparazione specifica, lealtà e trasparenza.
Acquistiamo dignità "sul campo" e questa lasciamola come tesoro ai nostri figli.