martedì 27 luglio 2010

La donna e la gallina - Favola di Fedro


C’era una volta una vedova, che aveva un pollaio e nel pollaio c’era una gallina davvero speciale. Questa infatti era capace di donarle un uovo al giorno.  L’uovo aveva una particolarità : era più grande e più buono di tutti quelli prodotti dal pollaio. 
La vedova allora pensò: ”Se aumento la quantità di  grano che le dò da mangiare potrà ogni giorno sfornare almeno due uova”. Così fece ... ma si lasciò “prendere la mano”. La gallina, infatti, ingrassò così tanto che a un certo punto non fu più in grado di darle nemmeno l’unico uovo.  
 La vedova, demoralizzata e arrabbiata, chiamò il miglior veterinario del paese per cercare di porre rimedio, ma era troppo tardi, la gallina si ammalò e morì. 


La morale di questa favola credo salti subito agli occhi. Quante volte non apprezziamo la nostra realtà e puntiamo ad obiettivi più alti, puntiamo ad arrivare primi in una corsa infinita di puro arrivismo, oserei dire di puro materialismo. 
Non importa come, non importa se per arrivare è necessario sgomitare o calpestare chi ci sta accanto.
Crediamo solo di chiudere, in questo discutibile modo,  quelle lacune che sono in noi senza pensare che le stiamo solo tamponando e non risolvendo.
Così come,  a volte,  facciamo  shopping solo per il gusto e la voglia di riempire quel "buco" che forse nasce da un piccolo disorientamento, da una insicurezza, da un nostro piccolo grande disagio;   senza pensare che quel buco si ripresenterà non appena si uscirà dal   negozio.
Non voglio fare nessuna morale, voglio solo portare ad una riflessione: questa crisi economica che, chi più chi meno, stiamo avvertendo un pò tutti, si sarà verificata solo perchè l'essere umano aveva bisogno di una battuta d'arresto in quella sua folle corsa al materialismo?, potrà rappresentare per noi un'occasione per riflettere su noi stessi, su quello che vogliamo e sulla strada da percorrere?
Parliamo spesso di valori ormai persi, possiamo rispolverarli?

lunedì 26 luglio 2010

Spunti poetici

 “Lentamente muore chi diventa schiavo delle abitudini, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi … chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso…”
(Martha Medeiros “Lentamente muore”).
Trovare equilibrio in noi stessi è cosa non da poco, ci possono aiutare solo le esperienze, i confronti, i dolori, le gioie, … la vita.
E se la vita è un film, il nostro film, tanto vale viverlo da protagonisti! Non per avere il ruolo principale, ma per donare e trasmettere le esperienze vissute in prima persona a tutti coloro che ci circondano, quelle belle e quelle brutte.
A 50 anni ci sembra di aver già fatto quelle scelte importanti su cui si è basato il nostro percorso di vita poi, la perdita di un lavoro, un terremoto, un problema economico  … accrescono in noi le ansie per il nostro futuro e quello dei nostri cari,  addirittura quello della nostra società.
Cresce in noi la paura di, la paura di affrontare il quotidiano, la paura di affrontare la vita.
Queste righe non hanno la presunzione di divenire una bacchetta magica con la quale superare le difficoltà, ma vogliono rappresentare solo un modo per  far girare un po’ di ottimismo, un approccio più ottimistico alla vita.
Quindi, agguantiamo la tastiera del nostro PC e scriviamo, scambiamoci i nostri vissuti.
Prendiamoci una battuta d’arresto, il tempo di un caffè e fissiamo la quotidianità delle nostre 50 Primavere di Maturità!